Varosha

Maras in turco, distretto di Famagosta è la città fantasma di Cipro Nord.

Il 20 luglio del 1974 l’esercito turco invase Cipro costringendo più di 160mila greco-ciprioti a scappare e rifugiarsi nei territori del Sud.
Un buon numero di questi sfollati proveniva da Varosha che, proprio in quegli anni rappresentava uno dei luoghi di villeggiatura più trendy e amati di Cipro, e non soltanto dai ciprioti.

A Varosha trascorrevano le vacanze nel lusso, personaggi internazionali come Elizabeth Taylor, Richard Burton, Raquel Welch e Brigitte Bardot, era “la Saint-Tropez cipriota.
La fuga degli abitanti e dei turisti fu talmente repentina che tutto fu lasciato esattamente com’era in quel momento. Tutto si è fermato.

In questi anni di “zona militare” e “terra di nessuno”, Varosha è diventata oggetto di rivendicazioni territoriali tanto da parte della Repubblica di Cipro, quanto da parte dell’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord (RTCN), riconosciuta solamente dalla Turchia.

Dall’8 ottobre 2020 Varosha ha riaperto il filo spinato ed è accessibile ai visitatori, un gesto politicamente di disgelo tra le parti.
Quel che ci si presenta è però un’attrazione turistica creepy, ideale per gli amanti del noir, del macabro.

È una personale esplorazione ed interpretazione del luogo che, attraverso l’accezione del linguaggio fotografico Colore/Negativo, vuole evidenziare le contraddizioni e conflittualità del sito, quelle di un luogo oggi ancora oggetto di rivendicazioni territoriali, ma nello stesso tempo MOSTRARE i segni di un tempo passato glorioso e glamour, così come la perdita di una comunità e identità culturale che questi luoghi favorivano.

Far sì che l’invisibile diventi visibile, in tutta la sua natura conflittuale.