Le Mura Aureliane
Le Mura Aureliane
Un confine dentro la città
Se smettessimo di pensare al “confine” come a un luogo da difendere, esso si trasformerebbe in un luogo che invece ci imprigiona.
Per questo le Mura Aureliane, costruite tra il 270 e il 275 dall’Imperatore Aureliano per scongiurare le frequenti incursioni dei barbari, sono oggi un simbolo ancora ben evidente di dove si sovrappongono i concetti di paura e di libertà. Di dove coesiste il bisogno di sentirsi al sicuro e allo stesso tempo l’aspirazione ad andare oltre, superare, conoscere, vedere.
Oggi sono immerse in una modernità frenetica e spesso aggressiva.
Le attraversiamo con la sbadatezza a cui ci abitua una città come Roma, con le sue innumerevoli testimonianze del passato. Ma se fossimo in grado di soffermarci sul loro valore storico e soprattutto concettuale, ne trarremmo un vantaggio per il presente.
Sempre più spesso infatti, questo “confine” è vissuto nella quotidianità, diventando luogo di incontro, socialità, cultura e sport. Un luogo dove accrescere, appunto, la propria libertà, uno spazio capace di suscitare riflessioni sull’umanità, i suoi limiti e suoi bisogni, un perimetro democratico e nutriente.
Perché un confine è una terra ancora avvolta dai mille significati e dagli innumerevoli sentimenti.
Le Mura Aureliane è dunque un ritratto lirico di questo confine, che andiamo a conoscere anche attraverso i suoi frequentatori, inconsapevoli attori fieri e orgogliosi; ognuno alla ricerca di una via di fuga dal frastuono della città, da questa realtà sociale complessa e rumorosa.
Claudia Moretta