Gabriella
Gabriella
“Gabriella” è il mondo. Lo è per Cristian, Giuseppe e Nasir, che ogni notte alle 2.30 partono dal porto di Anzio per farvi ritorno solo il pomeriggio seguente.
È un mondo composto da un italiano, un tunisino ed un egiziano. Litigano sì, ma solo perché la vita sopra Gabriella è dura, non certo perché sono di nazionalità diverse. Anzi, qui ogni differenza è azzerata. Perché qui devi lavorare per te e per gli altri, qui ci sono solo le braccia, le mani, le gambe e il cervello. Il resto non conta. Perché a bordo di Gabriella sale prima di tutto la fatica che ti concedi di guardare solo verso una direzione, verso l’unico obiettivo comune: la pesca.
Ed è la pesca che detta le regole, che ti insegna il rispetto per la natura, per i suoi tempi e le sue esigenze.
Gabriella è una donna, una moglie, un’amante, una madre. È il micro mondo su cui tutti noi dovremmo vivere almeno una volta, per farci le domande che la terra ferma, con la sua tranquillità, non ci permette di fare.
Il mare è l’universo da affrontare, se si vuol cambiare il proprio animo.
“Gabriella” è un lavoro che nasce durante i periodi estivi e di vacanza ad Anzio tra il 2015 e 2018.
Grazie all’incontro con Cristian, il comandante della MotoPeschereccio, ho l’opportunità di imbarcarmi e vivere documentandola, questa esperienza di mare e di pesca fatta di fatica e duro lavoro per Cristian, Giuseppe e Nasir.
Sfortunatamente il 4 giugno del 2020, verso le 15:40 a causa di una forte vento di scirocco e di un mare forza 7, Gabriella di ritorno dalla sua battuta di pesca, si capovolge ed affonda proprio davanti all’ ingresso del porto di Anzio.
Giuseppe il marinaio forte, lo chef di bordo, l’amico tunisino, generoso ed ironico perde la vita nel capovolgimento della barca.